31 Gennaio 2019 | dal Territorio

I gilet arancioni pianificano la prossima protesta

#emergenza #agricoltura #maltempo #olio
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L'incontro nel giorno che doveva essere d'incontro con Centinaio e che lui ha annullato

“Siamo stati illusi e traditi dal governo e da tutti quei parlamentari che ci hanno dato in questi giorni ampie rassicurazioni su testi blindati e sciocchezze varie: siamo molto arrabbiati ma non perdiamo la determinazione per portare avanti la nostra protesta per garantire gli interessi di migliaia di olivicoltori pugliesi e delle loro famiglie”. Il portavoce dei gilet arancioni, Onofrio Spagnoletti Zeuli, torna sul mancato inserimento nel Dl Semplificazioni dello stato di calamità naturale per le gelate 2018 che hanno azzerato la produzione olivicola in Puglia e annuncia l'incontro del 31 gennaio a Ruvo di Puglia (BA).

Il ministro Centinaio ha, infatti, annullato, proprio in quella data, la sua visita pugliese, scatenando la protesta dei gilet arancioni. Ci vedremo a Ruvo di Puglia -fanno sapere- insieme agli agricoltori, ai sindaci, ai rappresentanti dei sindacati che già hanno partecipato alla manifestazione del 7 gennaio a Bari, per pianificare nel dettaglio tutte le iniziative dei prossimi giorni.

“Il Governo è venuto meno alla stretta di mano che per noi agricoltori vale più di un atto notarile -ha continuato Spagnoletti Zeuli-. Abbiamo probabilmente l’unica colpa di essere agricoltori del Sud, fossimo stati veneti o lombardi non credo avremmo assistito a questo scempio politico, tecnico e istituzionale, fatto di menefreghismo e tanta incompetenza. Lo abbiamo annunciato nei giorni scorsi e lo confermiamo adesso: siamo pronti ad invadere Roma a testa alta per una grande manifestazione per difendere la dignità dell’agricoltura e dell’olivicoltura -ha rimarcato il portavoce dei gilet arancioni.

Salvare l’olivicoltura pugliese, visto il volume e visto il valore produttivo, significa salvare l’olivicoltura italiana -ha concluso Zeuli-. Il tempo è scaduto, non ci fidiamo più di questa classe politica così disattenta e incapace di salvaguardare il patrimonio olivicolo ed i protagonisti veri di uno dei settori agricoli ed economici più importanti del Made in Italy”.