Cia Alessandria in conferenza stampa sulla situazione del grano
Anche il presidente nazionale Fini in collegamento da remoto
All'ordine del giorno del prossimo Consiglio Agrifish, sarà discussa in particolare la situazione del mercato cerealicolo, anche in riferimento alle conseguenze del conflitto Russia-Ucraina, e il ministro ucraino per la Politica agraria e l'alimentazione Mykola Solskyi si esprimerà dinanzi ai colleghi di tutti gli Stati membri.
Secondo Cia Alessandria, il blocco delle importazioni del grano ucraino e il passaggio dei cereali dalla Russia attraverso la Turchia mettono in grave crisi il mercato cerealicolo italiano. Il prezzo di contrattazione è di 8-10 euro/quintale, sensibilmente al di sotto del prezzo corrisposto agli agricoltori italiani (30 euro/quintale), che già sostengono costi di produzioni altissimi e margini di guadagno pressoché inesistenti.
Spiega Paolo Viarenghi, direttore Cia Alessandria: "Siamo invasi dal grano russo, è un colpo grave alla nostra agricoltura. Inoltre le regole di produzione tra i Paesi sono differenti e all’estero è previsto l’utilizzo di sostanze in Italia e in Europa bandite da anni. L’unica via di uscita è la creazione di una filiera italiana garantita che preveda un prezzo minimo e anche un reddito minimo garantito... considerate anche le etichette dell’industria che vantano il Made in Italy sui prodotti venduti".
Cia lancia l’allarme anche a livello nazionale, come dichiara il presidente di Cia Cristiano Fini, collegato da remoto: "Il valore del grano duro, prodotto dai nostri cerealicoltori, ha subito un vero tracollo, dimezzandosi nell’arco di un anno anche a causa delle importazioni massicce da nazioni come Russia e Kazakistan. La battaglia da tempo portata avanti dalla nostra Confederazione non riguarda solo la cerealicoltura, che negli ultimi due anni ha visto cambiare i propri connotati da dinamiche speculative e politiche globali di aggressione al Made in Italy, ma anche tutti gli altri principali prodotti del comparto. Sono soprattutto i piccoli e medi produttori dei settori ortofrutticolo, vitivinicolo, olivicolo, florovivaistico e zootecnico a subire la concorrenza sleale di Paesi terzi e l’inspiegabile mancanza di provvedimenti dell’Unione europea a protezione delle proprie produzioni. A questo punto ci aspettiamo un segnale forte dal Consiglio".