Cia Toscana: servono invasi, solo il 9% dell’agricoltura regionale è irrigato
E con i cambiamenti climatici emergenza per ortofrutta, ma anche vite e olivo
“Fin quando l’agricoltore non avrà acqua a disposizione, non potrà fare investimenti importanti e l’agricoltura toscana non potrà essere davvero competitiva. I cambiamenti climatici impongono poi irrigazione e disponibilità di acqua, non solo per l’ortofrutta, ma anche per coltivazioni primarie come vite ed olivo, che fino a pochi anni fa non necessitavano di impianti di irrigazione”. A sottolinearlo è Valentino Berni, presidente Cia Agricoltori Italiani della Toscana, oggi a Firenze, nell’ambito del convegno “Acqua: una risorsa essenziale per il futuro” moderato da Giordano Pascucci, direttore Cia Toscana.
Solo il 9% dell’agricoltura toscana è irrigato, ricorda la Cia Toscana. “Dobbiamo avere acqua a disposizione ad un prezzo adeguato, per garantire la competitività delle nostre aziende; dobbiamo fare le grandi opere che servono anche per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici tra bombe d’acqua a periodi di siccità” ha sottolineato il presidente della Cia Toscana. “Fondamentale, insomma, è la gestione acqua. Inoltre, l’aumento esponenziale della temperatura che non si ferma, e la drammaticità che anche l’acqua che cade, asciuga tutto e dopo pochi giorni siamo ancora in emergenza idrica” ha aggiunto Berni.
Ha ricordato le risorse messe in campo dalla Regione Toscana, la vicepresidente regionale e assessore all’agricoltura Stefania Saccardi: “Oggi senza acqua non si fa agricoltura, ma purtroppo ne abbiamo sempre meno, il cambiamento climatico non è un’invenzione ma un dato di fatto e oggi se anche la quantità di acqua cade tutta insieme e non riusciamo a tesorizzarla con stagioni sempre più siccitose. Lavoriamo su agricoltura di precisione, innovazione, tea, e dall’altra parte serve riuscire a trattenerla. Se c’è la possibilità di piccoli invasi, laghetti, intanto facciamoli, senza tralasciare la progettazione di grandi opere. Abbiamo questo pacchetto sui pozzi e invasi e continuiamo su questa strada”.
“Dobbiamo salvaguardare questa risorsa, fare dissalatori, ricarica di falda (come a Suvereto - Li)” ha ricordato Monia Monni, assessore Ambiente Regione Toscana. L’assessore ha ricordato i 16 mila specchi d’acqua, dalla Val di Cornia alla Maremma in particolare. “Non c’è tempo da perdere i cambiamenti climatici sono presenti fra di noi” ha detto.
Bernardo Gozzini, amministratore unico Consorzio LaMMA, ha evidenziato i dati delle temperature e delle precipitazioni e le ricadute sull’agricoltura toscana. “Dal giugno 2023 ogni mese è il più caldo di sempre, siamo già al nono mese record. Il 2024 non è cambiato. L’inverno che si è appena chiuso in Toscana ha fatto registrare +2,4 gradi, l’aumento maggiore si è registrato nelle minime (+3,5 gradi come media aumento temperatura minima). La temperatura porta inoltre a modifiche delle fasi fenologiche, incide sulle malattie fungine, aumento fabbisogni idrici, problema gelate e c’è un rischio vegetazione e rischio di gelata tardiva. E poi la pioggia: piove tanto in poco tempo e c’è il problema di riuscire a trattenere l’acqua”.
Siccità e alte temperature: “La combinazione dei due fenomeni influenza in modo importante le nostre colture: oltre ad influenzare lo sviluppo vegetativo con un anticipo delle varie fasi dal germogliamento alla fioritura ponendo le colture a rischio per improvvise gelate tardive – ha detto Gozzini -. Cambia anche la quantità e qualità della produzione che impone nuove scelte nella realizzazione dei nuovi impianti come, per esempio, per la vite sia sulla loro localizzazione, a quote più alte, sia sulla necessità dell’irrigazione a goccia come modalità di soccorso durante annate particolarmente siccitose. Quest’anno sono stati irrigati anche gli olivi mettendo in evidenza la necessità di uno studio approfondito sui nuovi scenari determinati dal cambiamento climatico per individuare nuove colture, nuove pratiche (per esempio agricoltura di precisione) e nuove tipologie di impianti.
Nella tavola rotonda dal titolo “A che punto siamo su gestione risorsa idrica, bacini di accumulo, progettualità infrastrutture, nuovi invasi, reti di adduzione-distribuzione, pozzi, captazioni e altro?” sono intervenuti anche Alessandro Mazzei, direttore generale Autorità Idrica Toscana; Marco Bottino, presidente Anbi Toscana.
Intervento realizzato con il cofinanziamento FEASR del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Toscana Sottomisura 1.2