Next Generation EU: Aiel-Cia, attivare investimenti per 820 mln in settore forestale
Risorse Recovery Fund ad aree interne montane dell’Appennino e delle Alpi
Un quadro di proposte organiche di investimento strategico nel settore delle aree interne e montane delle Alpi e dell’Appennino da inserire nel Piano italiano per l’utilizzo delle risorse del Recovery Plan “Next Generation EU”, finalizzate alla promozione economica sostenibile di questi territori fragili, garantendo l’occupazione e il presidio sociale. Lo ha presentato Aiel, l’Associazione italiana energie agroforestali promossa da Cia-Agricoltori Italiani, al Parlamento e al Governo.
Alla base delle proposte resta fondamentale la gestione forestale sostenibile e la valorizzazione del legno in tutte le sue forme, secondo il principio dell’utilizzo a cascata. In questa logica le utilizzazioni forestali possono attivare l’economia locale secondo i criteri dell’economia circolare.
Il progetto per il rilancio economico dell’Europa nell’epoca del Covid si basa sugli stessi principi espressi nel Green Deal europeo volto a decarbonizzare le nostre economie, sostenere la transizione verde, innalzare il potenziale di crescita economica e dell’occupazione e migliorare la resilienza e la capacità di ripresa del vecchio continente e del nostro Paese.
La filiera agroforestale può essere una dei protagonisti della prossima riconversione green dell’economia: “E’ proprio in quest’ottica che Aiel ha lanciato una serie di proposte incentrate su uno dei principali beni comuni di cui disponiamo: il bosco -ha spiegato Domenico Brugnoni, presidente dell’Associazione. Fulcro delle nostre proposte è l’attuazione di filiere energetiche locali, per sostenere la crescita economica dei territori collocati nelle aree interne montane, in particolare dell’arco alpino e dell’appennino”.
- Sostenere il consolidamento e la nascita di nuove imprese forestali nelle zone montane supportando la realizzazione di 50 piattaforme logistico-commerciali;
- Attivare investimenti da parte di industrie di prima lavorazione del legno con progetti di filiera territoriale, per la realizzazione di 10 impianti di produzione di pellet;
- Creare moderni impianti tecnologici a biomasse per la produzione di calore, micro e minicogenerazione ad alto rendimento per le aree interne montane, e in particolare nell’arco dei prossimi 5 anni: 500 moderni impianti di riscaldamento a biomasse al servizio di alberghi, agriturismi e strutture ricettive; 250 reti di teleriscaldamento al servizio dei comuni montani; 150 impianti per la produzione di calore di processo al servizio del settore agroindustriale e industriale nei territori delle aree interne montane.
Nel complesso, avanziamo la richiesta di supportare un investimento di 820 milioni di euro.
L’uso sostenibile della risorsa “legno locale” potrà ridurre in queste aree il tasso di dipendenza dalle fonti fossili, stimolare l’iniziativa economica e l’occupazione. Per riuscirci, Aiel punta a supportare l’intera filiera, promuovendo lo sviluppo di imprese forestali moderne, migliorando i tassi di prelievo boschivi secondo il principio dell’utilizzo “a cascata” del materiale forestale, cioè assicurando priorità nella gerarchia d’uso dei prodotti legnosi, privilegiando il materiale per la falegnameria, l’uso edilizio e industriale e a seguire la valorizzazione energetica.
Come è ampiamente noto e testimoniato dalle statistiche ufficiali, i boschi italiani (ed europei) hanno conosciuto negli ultimi 50 anni una crescita significativa, che continua tutt’ora. Infatti, dal 2005 al 2015 la superficie boschiva è aumentata del 5%, fino a raggiungere complessivamente 10,9 milioni di ettari (il 36,4% dell'intera superficie nazionale), rispetto al patrimonio forestale del dopoguerra che rappresentava una estensione meno della metà. Questo risultato non è il frutto di specifiche politiche di espansione, quanto piuttosto, in larga parte, per effetto dell’abbandono di ampie aree. Nonostante più di un terzo della superficie nazionale sia ricoperta da boschi non si è avuto un incremento della gestione, delle utilizzazioni e degli investimenti produttivi. I prelievi forestali nazionali risultano inferiori al 35% dell’incremento annuo, cioè della crescita naturale del bosco, contro una media europea che supera il 60% e si attestano a valori di poco superiore ai 14 milioni di m3 annui, di cui il 66% ancora costituito da legna da ardere.
Attualmente si stima che nelle attività connesse alla filiera del legno in Italia (dalla produzione, alla trasformazione industriale in prodotti semilavorati e finiti, fino alla commercializzazione - mobili, impieghi strutturali, carta, cartone, pasta di cellulosa e legno per fini energetici), siano coinvolte circa 80.000 imprese, per quasi 500.000 unità lavorative. La filiera produttiva nazionale risulta però dipendente dall’estero per l’approvvigionamento della materia prima e più di 2/3 del suo fabbisogno strutturale ed energetico viene coperto dalle importazioni. Alla logica dell’abbandono, per Aiel va quindi contrapposta una gestione attiva, sostenibile e responsabile del patrimonio forestale, strumento indispensabile per la tutela del territorio e la salvaguardia ambientale e paesaggistica, la protezione e la prevenzione del dissesto idrogeologico e degli incendi, lo sviluppo delle filiere produttive legate ai prodotti legnosi e non legnosi.
“Il nostro auspicio -ha aggiunto Marino Berton, coordinatore dell’Associazione, presentando il documento- è che il piano di rilancio elaborato dal nostro Paese per l’utilizzo dei fondi di Next Generation EU colga le nostre proposte perché è necessario ed urgente dare corso a nuove politiche che pongano particolare attenzione al patrimonio forestale nazionale e alla sua gestione attiva, sostenibile e responsabile al fine di promuovere la crescita economica e sociale delle aree interne, rurali e montane, attuando al contempo una transizione verso la decarbonizzazione delle fonti energetiche”.