06 Aprile 2023 | News

PROFILA: AèV-Cia alla “Federico II” di Napoli su progetti filiera avicola bio

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Nuovo confronto con Università e ricerca. Coinvolte le Associazioni Anabio e Agia

Produzioni vegetali, alimentazione e benessere delle galline ovaiole, qualità delle uova, sostenibilità e risposta dei consumatori. Questi i temi al centro del confronto, a Portici, tra l’Associazione Agricoltura è Vita-Cia e il Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli “Federico II” nell’ambito del progetto europeo Pro.Fil.A. sul rafforzamento della filiera avicola biologica italiana.

Per l’occasione, in Facoltà, più di 200 i partecipanti, presenti in sala, ma anche in collegamento. Ad aprire l’incontro, il ricordo di Manlio Rossi Doria ed Emilio Sereni, ex studenti di agraria a Portici, significative figure di spicco, non a caso richiamate dal direttore di AèV-Cia, Matteo Ansanelli nell’avviare la sua moderazione dei lavori.

Alla fine degli anni 50, infatti, fu proprio Emilio Sereni, a partecipare alla nascita dell’alleanza dei contadini, oggi Cia-Agricoltori Italiani, che diede poi vita nel 1962, al Centro per l’Istruzione Agricola, CIPAT, ora Associazione Agricoltura è Vita-Cia, con l’obiettivo di mettere insieme mondo agricolo, ricerca e Università. Questo passaggio storico, dunque, nel background valoriale dell’incontro a Portici, il progetto europeo Pro.Fil.A. (Proteine Filiera Avicola) a celebrarne e riaffermarne il senso più profondo.

Oggi, con Pro.Fil.A. che vede l’Associazione Agricoltura è Vita tra i partner, si punta al rafforzamento della filiera avicola biologica italiana attraverso la ricerca, la sperimentazione e la promozione di modelli ispirati al modello dell’agroecologia. Il progetto, coordinato dal professore Massimo Fagnano, si sofferma, in particolare, sulla valutazione degli aspetti economici e agro-ecologici della produzione locale/regionale di colture proteaginose (favino, pisello, lupino, canapa da seme). E per farlo, sono coinvolte le Università di Napoli, Ancona, Pollenzo CN e Potenza.

Quanto al settore d’intervento, il biologico in Italia sta vivendo un vero e proprio boom, con ritmi di crescita importanti sia in termini di superfici che di imprese biologiche (+40% negli ultimi 5 anni) e l’aumento, a inizio 2022, degli input produttivi del +21,1% per le carne avicola e del 50% per le uova. Tendenza che, nell’ultimo biennio, ha fatto registrare un aumento anche dei consumi di pollo biologico (+30%), mentre nel 2020, durante il lockdown, le vendite di uova bio hanno fatto un balzo del 9,6%. Sullo sfondo resta la carenza di offerta di alimenti proteici biologici, da destinare alle produzioni zootecniche avicole, criticità che ha determinato negli anni una dipendenza ormai cronica delle filiere biologiche avicole dalle importazioni di soia e dei suoi derivati.

Dati e scenari cruciali nel dibattito aperto dai tavoli tematici che hanno visto intervenire il dottorando Lorenzo Rocchetti del dipartimento di Agraria Università Politecnica Marche (gruppo genetica agraria) con uno studio specifico sugli effetti della consociazione delle leguminose da granella con cereali: colture per la mangimistica, progetto sostenuto dal Ministero e con la partecipazione del gruppo Fileni.

Di pratiche agroecologiche per la coltivazione di specie di interesse mangimistico, in Campania e Piemonte, ha invece parlato Paola Migliorini dell’UNINA, mentre il professore Di Francia ha illustrato le potenzialità della canapa nell’allevamento biologico delle ovaiole differenziando i due approcci, ruralità e filiera industriale. Importante lo spaccato sul prezzo equo esposto dal professore Gianni Cicia dell’UNINA. Interessante, infine, lo studio, in corso d’opera dell’UNINA con dottoressa Cavallo, sul marketing e la sovranità alimentare nel mercato delle uova, dove le scelte del consumatore si trova davanti ad un eccesso di attributi qualitativi che spesso non riesce a capire, per cui molto spesso la qualità perde la poltrona nella scala dei consumi.

“In un momento di difficoltà come questo, dobbiamo puntare sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica, che oggi si traduce in filiere sostenibili, dove si riconosce il giusto prezzo all’agricoltore -ha dichiarato il presidente dell’Associazione Agricoltura è Vita-Cia, Stefano Francia-. Servono maggiori investimenti per la sostenibilità sociale, perché è un dovere garantire il lavoro e ridurre la disoccupazione nelle aree rurali. L’Università è lo strumento principe -ha aggiunto- per cui ringrazio l’Ateneo e gli studenti di questa partecipazione e del coinvolgimento, che ci mette tutti sullo stesso piano. Riuscire a trasferire le conoscenze dell’agroalimentare al cittadino è fondamentale. Oggi -ha concluso Francia- abbiamo visto il valore della ricerca rispetto all’alimentazione sana. L'Associazione Agricoltura è vita punta a questo: mettere in comunicazione agricoltori e allevatori con i processi di ricerca e Università. Questo è il giusto percorso per l’agricoltura e per un mondo che sta cambiando”.

Ha portato il suo saluto istituzionale anche Liana Agostinelli presidente Agia Campania e vicepresidente nazionale Agia-Cia. Hanno contribuito al progetto le aziende Uovo d'Oro, Moscova Natura (Oasi rurale) e La Colombaia.

A chiudere la giornata, il focus pomeridiano sulle pellicole biodegradabili per il packaging, protagoniste del progetto Biodegrapak. L’iniziativa, coordinata dal professor Luigi Cembalo, ha come obiettivo lo studio dell’adozione, per i prodotti Biologici destinati alla quarta gamma, di pellicole EMAP innovative basate sull’utilizzo di materie prime rinnovabili per una migliore shelf life e qualità dei prodotti biologici. Ricercatori di differenti università (Napoli, Ancona, Palermo) e del CNR discuteranno di aspetti legati alla produzione dei film biodegradabili per il packaging, agli effetti sulla conservazione dei prodotti, alla sostenibilità delle filiere. Al progetto partecipano le aziende Fattorie Vaira e AmicoBio.